Trovate questa mia ricetta su Spadellandia, nella sezione Blog stellati!
Non mi piace solo per il suo sapore, così unico e inconfondibile. Non mi piace solo per le sue sfumature che vanno dall’oro all’ambra. E no, non è solo per le sue proprietà millantate in ogni dove.
Lo sciroppo d’acero mi piace anche per la sua storia e mi piace perché è il prodotto simbolo del Québec, un angolo di mondo che amo follemente, nonostante la mia avversione fisica per il freddo.
In questo periodo in Québec è il così detto temps des sucres, ovvero il periodo dell’anno in cui si raccoglie l’acqua dell’acero, badate bene: l’acqua, non la linfa (come io stessa credevo erroneamente). I tronchi degli aceri vengono incisi per raccoglierne l’acqua dal sapore dolciastro e poi, nelle cabanes à sucre, questa viene fatta bollire fino ad ottenere lo sciroppo d’acero. Pensate che per ottenere un litro di sciroppo occorrono ben 40 litri d’acqua d’acero.
Ma la parte della storia che mi fa amare questo prodotto sopra ogni cosa è legata al fatto che l’acqua d’acero si può raccogliere solo durante il disgelo, per circa 5 settimane (passato questo tempo la linfa si mescola all’acqua rendendola amara). Non c’è una data precisa per iniziare la raccolta. Può essere a inizio marzo o a metà aprile. Nessuno può dirlo, nessuno se non la natura.
Ed è esattamente questo che amo!
Viviamo in un’epoca in cui l’uomo pensa di avere il controllo su tutto, anche sulla natura. Seminiamo qualunque ortaggio in qualunque stagione, abbiamo pomodori tutto l’anno, raccogliamo la frutta ancora cruda, sapendo che maturerà strada facendo. Ma per la raccolta dell’acqua d’acero è diverso: è l’uomo che deve ascoltare la natura ed aspettare che la natura sia pronta. Ed è così da tempo immemore. Da quando le popolazioni autoctone, probabilmente gli Irochesi, scoprirono l’acqua d’acero e iniziarono a ricavarne lo sciroppo. Furono proprio loro ad insegnare quest’arte ai coloni al loro arrivo.
Oggi ho messo lo sciroppo d’acero in un dolce tipico degli Stati Uniti: la Pecan Pie. La ricetta originale prevederebbe l’uso dello sciroppo di mais, ma onestamente il tocco di sciroppo d’acero la rende semplicemente irresistibile!
- 170 g di farina 00
- 4 g di lievito vanigliato per dolci
- 1 presa di sale
- 110 g + 30 g di burro
- 3 cucchiai di acqua fredda
- 240 ml di sciroppo d’acero
- 75 g di zucchero di canna
- 3 uova
- 1 baccello di vaniglia
- 125 g di noci pecan
- Unite in un’ampia ciotola la farina setacciata con il lievito, il sale e 110 g di burro freddo a pezzetti. Lavorate l’impasto, unitevi l’acqua.
- Versate l’impasto su una spianatoia e lavoratelo con le mani finchè non risulti liscio ed omogeneo. Formate un palla, avvolgetela nella pellicola trasparente e lasciatela riposare in frigo per circa 30 minuti.
- Nel frattempo fate sciogliere in un pentolino il restante burro con lo zucchero di canna e aggiungete lo sciroppo d’acero. Mescolate per amalgamare bene. Spegnete il fuoco e lasciate intiepidire il composto.
- Aggiungete i semi del baccello di vaniglia, ottenuti incidendo il baccello nel verso della lunghezza con un coltello e raschiando l’interno. Unite le uova leggermente sbattute ed amalgamate bene il composto.
- Riprendete la pasta brisée dal frigo e disponetela tra 2 fogli di carta da forno per stenderla con un mattarello, finchè non abbia lo spessore di circa 3 mm. Adagiatela sul fondo di uno stampo a cerniera del diametro di 24 cm.
- Versatevi all’interno il composto allo sciroppo d’acero.
- Disponete ora con delicatezza le noci pecan sulla superficie del dolce.
- Infornate il dolce in forno preriscaldato a 175° per circa 45 minuti.
Marina dice
Mi ispira un sacco adoroo o le noci pecan la proverò grazie