La musica ha sempre rivestito un ruolo importante per me. É un rifugio nei momenti di sconforto, uno stimolo quando serve la carica, la gioia di ballare a piedi nudi in mezzo alla stanza, un brivido lungo la schiena, un viaggio in macchina, un viaggio nell’anima. Non riuscirei ad immaginare la mia vita senza.
E proprio per amore della stessa, mi ero sempre astenuta dal cantare pubblicamente: la natura mi ha provvista di misere corde vocali, che sfruttavo solo quando avevo la certezza di non essere a portata di orecchio di nessuno.
Parlo al passato perchè… con la maternità molte cose sono cambiate, incluso il mio concetto di dignità! Con l’arrivo del primo poppante ho presto scoperto che il mio canto inascoltabile… poteva rendere felice qualcuno. Iniziai con tutto il repertorio delle ninne nanne, per poi deliziarlo con la discografia dello Zecchino d’Oro… Senza rendermene conto, ero arrivata al punto di avere una canzoncina per ogni circostanza e, cosa ancora peggiore, quando non ne avevo una, la inventavo! Inutile dirvi, che la qualità del repertorio era delle più inenarrabili!
Perchè vi racconto tutto questo? Beh, perchè scrivendo il titolo di questo post, mi è tornato in mente che per un’intera primavera la povera creatura ed io ci siamo recati quotidianamente a scuola cantando a squarciagola: “lo sai che i papaveri son alti alti alti…”. Eh gà, la gioia incontenibile di un papavero aveva scatenato l’inferno sonoro!
Comunque, tengo a rassicurarvi… mentirei se vi dicessi che ho smesso del tutto, ma di certo ho ripreso a limitare molto l’uso del canto, soprattutto in pubblico… e i Pearl Jam hanno ripreso il loro posto dopo la breve parentesi dello Zecchino d’Oro.
Questo dolce è un vero classico della tradizione anglosassone ed era da una vita che desideravo prepararlo. Ora so con certezza che non lascerò passare un’altra vita prima di rifarlo! A colazione, a merenda, dopo cena… ogni momento è giusto per gustarne una fetta.
- 180ml di latte intero
- 50g di semi di papavero
- 220g di zucchero semolato
- 180g di burro
- 300g di farina 00
- 10g di lievito vanigliato per dolci
- 3 uova
- 1 limone non trattato
- 200g di formaggio bianco spalmabile
- 200g di zucchero a velo
- 1 limone per decorare (facoltativo)
- Per prima cosa scaldate il latte in un pentolino senza portare a bollore. Versatevi i semi di papavero e lasciate riposare per 15 minuti.
- Nel frattempo, in un’ampia ciotola lavorate a crema il burro con lo zucchero, finchè il composto non risulti chiaro e spumoso.
- Aggiungete un uovo alla volta ed in seguito la farina setacciata con il lievito, alternandola al latte con i semi di papavero. Amalgamate bene ed unite per ultima la buccia grattugiata del limone.
- Versate il composto ottenuto in uno stampo da plumcake precedentemente imburrato ed infarinato.
- Infornate in forno preriscaldato a 180° per 40 minuti. Fate sempre la prova stecchetto per assicurarvi che il dolce risulti cotto.
- Una volta raffreddato il dolce, sformatelo e preparate il frosting mescolando il formaggio, lo zucchero a velo e il succo di mezzo limone. Coprite il dolce con uno strato della crema così ottenuta e, se lo desiderate, decorate con delle fettine di limone.
Cipensiamonoipg dice
Che delizia Un cake davvero sfizioso! complimenti!!! 😀
Claudia dice
ahahahahaah immagino immagino! Vedo mia cognata con i bimbi in macchina.. è tutto un cantare! 😀 Buonissimo il tuo plumcake.. ho scoperto anni fa quanto limone e semi di papavero stiano bene assieme.. un bacione
paola dice
mentre bevo il mio tè sogno il tuo plumcake,una fetta,grazie,bellissima ricetta,buon pomeriggio
Silvia Brisi dice
Deliziosa Vanessa!! E quel frosting, troppo buono!!
Un abbraccio!!
Ale - Dolcemente Inventando dice
ma questo cake è bellissimo …complimenti mia cara! Un abbraccio !
Lilli nel paese delle stoviglie dice
fatto anche io tempo fa divino, il genere di dolce che amo, io canto spesso ma a sette anni mi hanno operata alle corde vocali e da allora mi va via la voce presto quando canto, tipo che dopo un concerto sono afona! lo sai che i papaveri son alti alti ….mi piace molto!
Marghe dice
Anche per me la musica riveste un ruolo speciale, quello di soundtrack di ogni ricordo e di traghetto immediato verso l’emozione che lo ha caratterizzato.
Personalmente sono molto stonata, eppure non riesco ad astenermi dal canticchiare, specialmente in macchina o mentre faccio le pulizie 🙂
Il dolce che ci proponi è fatto proprio a regola d’arte, dev’essere una vera delizia, bravissima amica!! io poi in quella glassa mi ci tufferei di testa 😉
Un bacino e buona serata!!
Patti dice
Ommiodddio ma la vuoi smettere? Se fai così mi complichi la vita!! Mò ho scelto un dolcetto da fare ed ecco che mi pubblichi sta golosità… ma come faccio a scegliere???
Lo sai che mi hai fatto venire in mente che quando Federica (la fatina grande) aveva due anni andavo spessissimo in bici con lei nel sediolino sul manubrio e dovevo cantare a manetta l’inno d’Italia (le piaceva tanto quando rifacevo parapà, parapà, parappappapà!)… bei tempi! Adesso se canto in macchina a finestrini chiusi si vergogna…
Vabbuò mò mi segno anche questa torta, poi tiro la monetina! Un bascione e buon we