È tardi… beh, tardi… Intendiamoci, tardi secondo i canoni di una
mamma lavoratrice di 2 marmocchi… Insomma lo ammetto, sono appena le
23:00. I miei uomini, quelli piccoli e quello grande, stanno già
dormendo e io sono sola in soggiorno, seduta su Jack, il divano. Sto
aspettando di ultimare la cottura del mio dado vegetale prima di potermi
coricare anch’io.
mamma lavoratrice di 2 marmocchi… Insomma lo ammetto, sono appena le
23:00. I miei uomini, quelli piccoli e quello grande, stanno già
dormendo e io sono sola in soggiorno, seduta su Jack, il divano. Sto
aspettando di ultimare la cottura del mio dado vegetale prima di potermi
coricare anch’io.
Ecco, questo è il frangente esatto in cui la rete
ignara e pacifica sta per essere afflitta dal cataclisma: voglio aprire
un blog!
ignara e pacifica sta per essere afflitta dal cataclisma: voglio aprire
un blog!
Detto, fatto. Eh sì, perché se mentre ti balena un pensiero
del genere per la testa hai in mano uno smartphone, il passo è breve…
Pochi touch ed ecco che SugarNess è già nell’etere.
del genere per la testa hai in mano uno smartphone, il passo è breve…
Pochi touch ed ecco che SugarNess è già nell’etere.
Una girata alle verdure, il profumo di cucina della nonna si diffonde nell’aria e mi rimetto comoda su Jack.
E come lo chiamo questo blog? Beh diciamocelo… Se mi fosse passato per
la testa prima dell’approdo alla maternità, sarebbe stato un luogo di
condivisione di viaggi, quelli vissuti, quelli sognati, poco importa.
L’immagine di me che più mi rappresentava ero io, valigia in mano, Canon
al collo. Ma ora che mi sono imbarcata per il viaggio di sola andata
della maternità… non mi definirei propriamente una giramondo, sebbene
abbia spesso la Canon al collo.
la testa prima dell’approdo alla maternità, sarebbe stato un luogo di
condivisione di viaggi, quelli vissuti, quelli sognati, poco importa.
L’immagine di me che più mi rappresentava ero io, valigia in mano, Canon
al collo. Ma ora che mi sono imbarcata per il viaggio di sola andata
della maternità… non mi definirei propriamente una giramondo, sebbene
abbia spesso la Canon al collo.
Un’altra controllata alle verdure, che il sale tende a formare una crosta sul fondo e se si brucia il dado non me lo perdono…
Eh lo so, dopo le casalinghe disperate ci sono io, la casalinga notturna.
In fondo anche questo è un effetto collaterale della maternità… Mai e
poi mai mi sarei sognata di fare il dado in casa, ma poi… un bel
giorno ti accorgi che il dado vegetale industriale è pieno di additivi e
scopri che tutto sommato ci vuole giusto un po’ di pazienza per farlo
in casa… E niente, la volontà di garantire un’alimentazione sana ai
pargoli batte la forza di attrazione del letto!
In fondo anche questo è un effetto collaterale della maternità… Mai e
poi mai mi sarei sognata di fare il dado in casa, ma poi… un bel
giorno ti accorgi che il dado vegetale industriale è pieno di additivi e
scopri che tutto sommato ci vuole giusto un po’ di pazienza per farlo
in casa… E niente, la volontà di garantire un’alimentazione sana ai
pargoli batte la forza di attrazione del letto!
Lo so, non si costruisce un blog sul dado vegetale (o sì?!), ma il punto è che
l’arrivo del mio primogenito mi ha rivoluzionata. E su questo spazio vi
parlerò dei frutti della mia rivoluzione… E dell’amore incondizionato
che ne è derivato per la cucina in genere, ma soprattutto per la
pasticceria.
l’arrivo del mio primogenito mi ha rivoluzionata. E su questo spazio vi
parlerò dei frutti della mia rivoluzione… E dell’amore incondizionato
che ne è derivato per la cucina in genere, ma soprattutto per la
pasticceria.
Perciò sì… Direi che questo mio piccolo spazio virtuale
si chiamerà “la Baita dei Dolci“! Perché”baita”? Beh, perché
personalmente lo trovo il posto più accogliente, caldo e rassicurante
che conosca… Il mio rifugio perfetto!
si chiamerà “la Baita dei Dolci“! Perché”baita”? Beh, perché
personalmente lo trovo il posto più accogliente, caldo e rassicurante
che conosca… Il mio rifugio perfetto!
E con questo, il dado è pronto per essere passato, ma vista l’ora rimando questo passaggio della preparazione a domani.
Nel frattempo però vi lascio la mia versione dei fatti… ne troverete svariate online: qui per esempio ce ne sono già 5 ricette. Il dado vegetale può essere in polvere o in crema. Per comodità/pigrizia, io mi limito a farlo in crema. In genere ne faccio circa 500 g, che conservo in 4 vasetti e che mi bastano per un annetto. Gli ingredienti che impiegate possono variare leggermente in base alla disponibilità di erbe aromatiche fresche ed alle verdure di stagione che trovate. Questa volta per esempio, a differenza dell’ultima volta che l’ho fatto, non ho messo zucchine, però ho abbondato con salvia, rosmarino, alloro e prezzemolo freschi.
Ecco cos’ho utilizzato:
300g di sedano
300g di carote
3 scalogni
1 spicchio d’aglio
100g di pomodoro
5 foglie di alloro
10 foglie di salvia
1 mazzetto di prezzemolo
3-4 rametti di rosmarino
350g di sale grosso
1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
Verdure e erbe aromatiche ad inizio cottura |
Una volta lavati gli ingredienti li ho sminuzzati e messi a cuocere con
l’olio per una decina di minuti. Ho aggiunto il sale grosso, coperto e
lasciato cuocere per un’ora, avendo cura di girare regolarmente per
evitare che si attaccasse al fondo della pentola.
Per rendere il tutto più uniforme, prima di mettere la crema nei vasetti, passerò il tutto con un mixer e se dovesse risultare troppo liquido lo farò cuocere ulteriormente a fuoco lento per far assorbire il liquido.
Dado vegetale – il risultato finale |
Beh, niente male inaugurare La Baita dei Dolci con una ricetta salata! 😀
Notte!
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